Italia. Libia. Renzi. Elmetto. Elicottero…

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renzicotteroDi Salvo Barbagallo

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Italia, Libia, Renzi, Elmetto, Elicottero: come possono essere unite queste cinque parole in un unico discorso? Non è difficile, basta osservare gli avvenimenti nel loro svolgersi, e – se si vuole – invertire o mischiare le stesse cinque parole a piacimento nel tentativo (che tale può restare) di cambiarne il senso e il significato.

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Italia e Libia? In questo momento dovremmo aggiungere Egitto, perché è dall’Egitto che provengono gli ultimi tam-tam. E’, infatti, a Sharm El Sheikh che il premier italiano Matteo Renzi (ecco entrata nel discorso la terza parola magica) si è “sbilanciato” esprimendo il suo pensiero sull’attuale grave situazione: la priorità della comunità internazionale è “intervenire in Libia prima che le milizie dell’Isis occupino in modo sistematico non solo piccoli e sporadici luoghi, ma una parte del Paese… non c’è nessun dubbio che occorra lottare con decisione e determinazione contro il terrorismo. La minaccia è evidente…”. Frasi che hanno un peso consistente, frasi pronunciate dal presidente del Consiglio italiano a margine del Forum economico tenuto nella noto località balneare egiziana. Ed ecco, ancora, che entra nel discorso la parola “elmetto”, cioè andiamo a fare la guerra in Libia? Ma nel discorso la quinta parola, “elicottero”, come ci sta? Beh, quell’indicazione sull’elicottero equivale al surplus consolidato delle abitudini di Renzi: viaggiare, qualunque sa la destinazione, in elicottero… L’elicottero, comunque, è un surplus che non fa gioco.

Ovviamente le battute “cattive” nei confronti di Renzi non si possono risparmiare (renzicottero!), soprattutto quando ci si ritrova a disquisire sulla “nuova” presa di posizione del premier nei “programmi” contro il Califatto che sta mettendo ad alto rischio la serenità dell’Occidente. Qualcuno avrà potuto dire (ma noi non lo sappiamo) che il premier Matteo Renzi si è reso conto (finalmente?) della gravità della crisi in Libia, del pericolo che può venire dalle milizie del Califfato e dai possibili terroristi che potrebbero sbarcare in Sicilia mischiati ai poveri disperati migranti. Se queste cose sono state magari solo immaginate da qualcuno, noi esprimeremmo un’opinione diversa: Matteo Renzi non è un politico che improvvisa, e le “idee” non gli si accendono in testa come le lampadine dei fumetti umoristici. Renzi (si ricorderanno le sue prime dichiarazioni) è un cauto interventista. La condizione dell’Isis rispetto a qualche mese addietro presenta aspetti di criticità in alcune aree dello scenario bellico e sarebbe opportuno approfittarne. Matteo Renzi, da acuto osservatore (analista? Non sappiamo…) probabilmente ha captato un “attimo fuggente” per dimostrare che l’Italia (la prima parola del discorso prima citato) è “pronta” per qualsiasi evenienza. L’Italia, peraltro, ha interessi da difendere in Libia (ritorna la seconda parola del discorso) e vuole (vorrebbe…) essere in prima linea. Vuole (vorrebbe…) che le si riconoscesse una sua indiscussa leadership. Tutto è giusto e perfetto? Potrebbe anche essere, ma qualcuno che sta al Governo (in Italia, ovviamente) ha chiesto cosa ne pensano gli italiani?

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